Oggi parliamo di qualcosa di nuovo; nel nostro sistema si applica il concetto di Trasportabilità, vediamo cos’è.

E’ la capacità di utilizzare un qualcosa che si è imparato in un determinato contesto lo si prende e lo si utilizza in un altro.

Un concetto simile esiste da anni nello sport, solitamente chiamato transfert; la grossa differenza è che si tratta di un trasferimento di competenze (generalmente un gesto motorio) da un movimento generico ad uno specifico senza ritorno, ossia da un esercizio ginnico , ad esempio uno squat, ad un gesto atletico tipico della disciplina praticata.

Quello di cui parlo è un qualcosa di diverso, o in un certo senso un’evoluzione di quel concetto.

Intanto si tratta di un ampiamento dell’idea, quindi non parliamo solo nel gesto motorio ma applicare l’idea a strategie, distanze, concetti e in seconda battuta la multi direzionalità del trasferimento tra contesti.

Un esempio tipico è prendere dei concetti appresi nel combattimento a mani nude e “trasportarli”  nel combattimento armato, da un arma all’altra e tornare arricchito al combattimento a mani nude. Un altro esempio ancora è l’utilizzare esercizi, movimenti o quant’altro appreso ad esempio nel maneggio della sciabola e utilizzarlo, adattandolo a diverse distante e pesi, ad un coltello.

Capite bene quanto questo concetto sia comodo ma soprattutto quanto sia necessario:

Il nostro sistema oltre al combattimento a mani nude insegna l’utilizzo di dieci armi; il semplice pensiero di avere quindi undici diversi sistemi da studiare farebbe scappare chiunque a gambe levate. In questo modo invece c’è una sorta di riciclo di quanto appreso, spesso involontario; infatti mentre imparo ad usare un’arma non me ne accorgo ma sto iniziando inconsapevolmente ad imparare qualcosa tutte le altre.

Ma esattamente, cos’è che trasporto? Un sacco di cose, praticamente tutto o quasi.

Facciamo un esempio: la trasportabilità dell’azione.

Per azione si intende un gesto generico, taglio, colpisco, aggancio e cosi via.
il “tagliare” è un esempio molto chiaro, che io abbia un coltellino svizzero oppure una sciabola, passando per il coltello per affettare il salame, si taglia sempre allo stesso modo; una lama entra diagonalmente in contatto con ciò che deve tagliare ed unisce la forza del suo impatto, chiamato massa battente, con l’azione di “sfregamento”.
Se io elimino uno dei due componenti, l’impatto oppure lo sfregamento, il risultato ottenuto sarà esponenzialmente inferiore, ne consegue che qualsiasi lama io maneggi dovrò fare sempre la stessa cosa.
Cosa cambia? Cambia che in una lama leggera la componente di impatto sarà decisamente inferiore e dovrò enfatizzare la componente di movimento, in una lama pesante avverrà esattamente l’opposto.

Stesso concetto ad esempio per il colpo circolare.
Un colpo che arrivi a bersaglio con una traiettoria circolare deve impattare con l’estremità più lontana dal fulcro in quanto è la parte più veloce, inoltre deve impattare con un angolo di 90 gradi rispetto al bersaglio, se colpisco ad esempio con un angolo di 45 gradi, come si usa ad esempio nel taglio, dissipo inutilmente parte della mia forza.
Questo concetto vale per ogni arma da impatto, indipendentemente dalle dimensioni, quindi una volta “imparato” lo posso usare (trasportare) ovunque.

Le cose poi si possono unire tra loro creando infinite possibilità, prendiamo ad esempio un’ alabarda, non è forse “semplicemente” un bastone con una sciabola in cima? Lascio immaginare a voi le prospettive di questo concetto.